LA SCUOLA DEL GENIO

a cura del Gen. B. (ris) Luigi Infussi

Il 1° marzo 2023, la Scuola del Genio, avrebbe compiuto 73 anni, ma in realtà la sua “splendida avventura” è già terminata il 10 settembre di tredici anni fa.

Sembra un’eternità !

Da sempre l’ampio spettro di capacità possedute dall’Arma del Genio, quindi della Scuola a favore della nostra Forza Armata, ma anche per le altre Forze Armate e Corpi Armati dello Stato,  mal si concilia, in ogni tempo, con rimodulazioni del suo ordinamento in senso riduttivo: oramai si è di fronte ad una prassi consolidata, purtroppo quando si parla di formazione, e le sfide risultano sempre più impari e non indolori.

 

Le lontane origini dell’Istituto di formazione dell’Arma del Genio, possiamo individuarle a partire dal 16 aprile 1739, quando Carlo Emanuele III istituì a Torino le “Regie Scuole Teoriche e Pratiche di Artiglieria e Fortificazione, per il reclutamento, la formazione ed il perfezionamento degli Ufficiali di Artiglieria e degli Ingegneri Militari, e per completare la preparazione degli allievi dell’Accademia. Con tale provvedimento, si volle dare una forma più strutturata, più finalizzata alla formazione del personale rispetto a quanto fosse stato fissato in passato, ovvero:

  • con Emanuele Filiberto, nella seconda metà XVI con la “Scola et Compagnia di bombardieri”;
  • con Vittorio Amedeo II, il 1° gennaio 1678 con la costituzione della “Reale Accademia di Savoia”;
  •  poi il 26 maggio 1726, con la costituzione dello “Stabilimento Generale”. 

Nel dicembre di quello stesso anno, 1726, in particolare, dodici ingegneri militari dell’Esercito di Savoia vennero “aggregati” allo Stato Maggiore del Corpo di Artiglieria, mentre già nel 1733, Carlo Emanuele III separò il Genio dall’Artiglieria. Successivamente,  Vittorio Amedeo III con decreto dell’11 giugno 1775 accordò al Genio il titolo di “Corpo Reale degli Ingegneri”, con anzianità 1752.

Una curiosità: già a quell’ epoca gli appartenenti al Genio si distinguevano dalla divisa diversa dagli altri corpi, infatti  sulle manopole della divisa (1) per la prima volta apparve il colore cremisi. 

Per la cronaca, nell’Italia postnapoleonica del 1815, in seno all’Arma si costituì il “Consiglio del Genio militare” (1823) per arrivare, dopo varie rimodulazioni nell’ordinamento delle truppe, anche a fronte delle guerre Risorgimentali, alla istituzione  dell’"Ispettorato Generale del Genio”(1887).

Per memoria, il 12 Aprile 1901 fu consegnata la Bandiera all’Arma del Genio, durante una solenne Cerimonia alla Caserma Macao, alla presenza di Re Vittorio Emanuele III: tale Simbolo avrebbe visto scorrere il sangue di molti suoi “figli” nelle Campagne d’Africa e la 1^ e 2^ Guerra Mondiale.

Possiamo osservare che questo Re, nell’arco del suo lunghissimo mandato fu sempre molto vicino all’Arma del Genio. Fino al maggio del 1915, in particolare, prima della mobilitazione generale,  l’Arma del Genio era presieduta da un Ispettorato Generale, e configurata in due reparti: il Genio delle costruzioni e il Genio delle truppe (2).

Dopo il primo conflitto mondiale, in conseguenza del R.D. 2143 del 21/11/1919, a partire dal 1920, l’Arma del Genio si “ridisegnò” e, conseguentemente, per far fronte alle nuove esigenze delle specialità e in aderenza alle nuove modalità di impiego, si sentì la necessità di poter disporre di una Scuola di formazione e di addestramento, una “fucina” dell’Arma del Genio.

Per effetto del decreto 18 gennaio 1920, nacque inizialmente in Manziana (Roma) la Scuola Centrale del Genio, presso un insediamento denominato “Vedette” (poi “Casermette"), ma ben presto, nel 1925, si concentrò a Civitavecchia, presso la caserma “Bazzani”.

Il suo primo Comandante, dal 1920 al 1923 fu il Colonnello Alderico Redini. Presso la scuola, in quegli anni si svolsero corsi per Ufficiali superiori, corsi per Ufficiali di complemento e  in congedo, per la formazione dei Sottufficiali e dei graduati. 

I corsi A.U.C. del Genio iniziarono nell’agosto del 1921, dopo il 1° conflitto mondiale, con una durata di sette mesi presso la caserma “Castel S.Pietro“ di Verona. Successivamente, dal 1° agosto 1927,vennero istituiti  i corsi A.U.C. per zappatori, minatori, lagunari e pontieri, utilizzando anche la caserma “Principe Eugenio” .

Il 15 luglio 1930, a seguito del R.D. del 1° luglio dello stesso anno, venne costituita la Scuola Allievi Ufficiali di Complemento del Genio, al comando del Col. Guido Di Palma. Nella nuova organizzazione, il primo corso iniziò il 1 novembre, nella caserma “Castel S. Pietro” per zappatori, minatori,  lagunari, e pontieri, nella “Principe Eugenio” per radiotelegrafisti e telegrafisti. Ma questa “suddivisione” durò il tempo di un ulteriore corso, il tempo necessario per completare la ristrutturazione della caserma “Federico Menabrea” in Pavia, a causa delle numerosissime e fortissime motivazioni storico-culturali. Tale provvedimento divenne esecutivo il 25 ottobre 1932. Così il 1° novembre 1932 ebbe inizio  il nuovo corso, nella nuova sede, per poi terminare il 31 maggio 1933. Comandante dell’Istituto era il Col. Luigi Grosso, che ricevette il 1° novembre del 1933 il motto della scuola “Par ingenio virtus”, motto che poi passò dal 1° marzo 1950 alla Scuola del Genio, con sede a Roma.

In particolare, nel 1932, nel cortile d’onore della caserma “F.Menabrea”, fu collocato il monumento “Avanti è la vita”, opera di Vito Pardo, che rappresenta un glorioso episodio della 10^ Cp. zappatori nella 1^ G.M.; il monumento fu poi ridislocato nel cortile d’onore della caserma “Ettore Rosso”, nel 1950. La Scuola di Pavia operò fino all’8 settembre 1943. Dopo la Seconda Guerra Mondiale divenne sede universitaria.   

A Civitavecchia invece, nel 1940 si aggiunsero i corsi per gli Ufficiali richiamati e dal 1° agosto dello stesso anno i corsi di specializzazione per i genieri d’assalto, che formarono i primi reparti guastatori (3). L’attività proseguì fino all’8 settembre 1943, per poi riprendere nel 1946, assumendo il nome di Scuola Artieri del Genio. Gli eventi del 1943, costrinsero le due scuole, di Civitavecchia e Pavia, a sospendere le loro attività. I corsi nell’immediato periodo furono effettuati presso i reparti alleati, con lo scopo di addestrare il personale all’impiego dei nuovi mezzi e materiali. Al termine dello “stato di emergenza” di un umano disorientamento, si poté  pensare alla riorganizzazione scolastica. Nel 1944 dopo la liberazione di Roma,il 4 giugno, nei momenti più cruciali della “Liberazione” si ebbe una prima riarticolazione, motivata dalla complessità dei nuovi mezzi e attrezzature, strutturata su: 

  • la Scuola Italiana Collegamenti R.T. di Nocera Inferiore (SA);
  • la Scuola Telegrafisti di Francavilla Fontana (BR);
  • il 232° Battaglione Artieri di Bracciano, per addestrare i genieri all’impiego di mezzi, attrezzature e materiali di provenienza anglo-statunitense. 

Di fatto si stava delineando, analogamente agli altri eserciti, la separazione fra le due specialità fondamentali dell’Arma del Genio: gli Artieri ed i Trasmettitori. 

Occorre ricordare che in quel periodo l’Arma del Genio ebbe compiti gravosissimi, soprattutto se messi in relazione ai mezzi e alle attrezzature obsolete: ad esempio, le 83 compagnie Genio costituite nel gennaio del 1944 furono in grado di rimuovere in pochi mesi circa 500.000 mine, spesso anche in condizioni estreme.

L’ ultima articolazione su tre sedi, durò meno di un anno,  infatti nel gennaio 1945, si passò allo scioglimento delle due scuole, al 232° Btg., subentrò un Reggimento di Addestramento del Genio, su un battaglione Artieri ed un battaglione Collegamenti, con funzioni di aggiornamento degli Ufficiali e Sottufficiali e genieri provenienti dai vari campi di prigionia e dalle regioni “liberate”. Dal 25 aprile, dopo la Liberazione, l’addestramento si attenuò.

Nel gennaio del 1946, il reggimento venne scisso in due distinti reparti: nella caserma “Bazzani” di Aurelia presso Civitavecchia, si costituì la Scuola Artieri del Genio, con annessa la caserma “Sacile” per aumentare la ricettività, oltre ad un poligono di addestramento per implementare le capacità formative, mentre l’altro per la specialità Trasmissioni alla Cecchignola, a Roma; i due reparti assunsero rispettivamente la denominazione di “Scuola Artieri del Genio” e “Scuola Collegamenti”, assumendo definitivamente sviluppi organici ed attività distinte e indipendenti. Con disposto dell’Ispettorato dell’Arma del Genio, il 25 agosto del 1948, le Scuole implementarono la formazione degli Allievi Ufficiali di Complemento, annettendo l’antica Scuola Allievi Ufficiali di Pavia, che aveva cessato l’attività nel settembre del 1943. Il 1° settembre dello stesso anno, ebbe inizio il 1° corso A.U.C. del Genio, per allievi provenienti dalla Scuola Interarma di Lecce. La Scuola Artieri, così si articolava in Battaglioni Specializzati per militari di leva e volontari, Compagnie A.U.C., reparti di supporto tattico-logistico. La necessità impellente di una adeguata e funzionale sistemazione infrastrutturale  con attigue aree addestrative comportò un primo trasferimento, nel gennaio del 1949, di un Battaglione Specializzati e di una Compagnia A.U.C. a Roma, nella città militare della Cecchignola, nella costruenda caserma “Ettore Rosso”. Di lì a poco, il 1° marzo 1950 si costituì la Scuola Genio Pionieri, articolata su una Cp. Comando, un Battaglione Corsi, un Battaglione Specializzati ed un Battaglione Reclute, mentre i reparti rimasti a Civitavecchia formarono il 1° Rgt. Genio. Circa sedici mesi dopo quel primo di marzo, venne effettuata la prima cerimonia di rilievo in occasione della Festa dell'Arma del Genio (4) (5).

Nel 1952, in armonia con quanto accadeva in altri Eserciti dell’Alleanza Atlantica, le unità ed i mezzi dei collegamenti vengono “separati” dall’Arma del Genio per costituire l’Arma delle Trasmissioni che iniziò ad agire in piena autonomia.

Nel marzo del 1954 venne costituito un Battaglione Addestramento, con sede a Civitavecchia, con l’obiettivo di addestrare i militari di leva da destinare ai reparti dell’Esercito, con incarico elettricisti, idraulici, meccanici di motopompe, motoristi per gruppi elettrogeni.

Nello stesso periodo fu assegnato alla Scuola il delicato compito di addestrare, relativamente alla parte pioneristica e all’impiego degli esplosivi, i primi “arditi  incursori della Marina Militare” ed i “Sabotatori Paracadutisti”.

Dal 4 dicembre 1954, nell’ufficio del Comandante della Scuola è custodita la Bandiera di Guerra dell’Arma del Genio.

Nel novembre del 1955, il battaglione di stanza  a Civitavecchia fu trasferito a Roma nella caserma “Bazzani” della Cecchignola, e successivamente nel 1961 alla caserma “Ettore Rosso”  ove assunse la denominazione di III Battaglione Specializzati.

Dal 1964 al 1977, la Scuola, che dal novembre del 1975 era divenuta “Scuola del Genio”, ebbe varie modifiche ordinative, che prevedevano:

  • Comandante;
  • Vice Comandante;
  • Comando Scuola;
  • I   Btg. “A.U.C” (e A.C.S., poi A.S.);
  • II  Btg. Specializzati;
  • III Btg. Specializzati;
  • IV Btg. inizialmente di reclute, poi Pionieri, successivamente Comando e Servizi.

Dopo la complessa esperienza dell’ intervento nel terremoto del Friuli dei reparti del Genio, l’Arma del Genio è tornata ad assumere, come in passato, il ruolo di protagonista anche in tempo di pace, affermandosi come "Arma bivalente", protagonista in pace concorrendo al bene della collettività nazionale nei casi di pubblica calamità, ed essenziale in guerra; conseguentemente, per assolvere la propria missione ha perseguito sempre l’obiettivo di ampliare lo spettro delle sue capacità, per cui la Scuola del Genio ha avuto l’impellente necessità di un continuo riesame e di revisione dei programmi addestrativi di formazione e specializzazione. Successivamente, alla fine degli anni ‘80, la Scuola subì un ulteriore adeguamento:

  • l’elevazione del Comandante al rango di Generale di Brigata;
  • un Capo di Stato Maggiore con alle dipendenze gli Uffici del Comando ed un Btg, di Supporto Tattico-Logistico;
  • la  costituzione di un Reparto Corsi alle dirette dipendenze del Vice Comandante, e comprendente un Ufficio Coordinamento Corsi, quattro sezioni didattiche, un Btg. Allievi (A.U.C. e Sergenti), un Btg. Specializzati;
  • scioglimento del Battaglione, e costituzione di una Cp. Guastatori, una Cp. Trasporti ed Atz. Speciali, inserite unitamente alla Cp. Cdo e Servizi, nel già citato Btg. Supporto Tattico-Logistico,

Si ebbe così, purtroppo come ormai prassi consolidata quando si tocca la formazione, una riduzione complessiva delle unità a livello di Btg. da 4 a 3 e delle unità a livello di Cp. da 11 a 9. Sul finire degli ‘90, con gli scioglimenti degli Ispettorati d’Arma, i Comandanti vennero elevati al grado di Generale di Divisione e Ispettori per l’Arma. 

Nei primi due o tre anni di questo secolo, anche sotto la spinta dell’Ispettorato delle Armi prima, dell’Ispettorato per la Formazione e la Specializzazione poi, si riuscì a riacquistare con “fatica” tutte le capacità della nostra Arma, riformulando gli obiettivi addestrativi necessari per i compiti di ciascun incarico (job description), in chiave più moderna e aderente alle esigenze operative, imposte anche dalle nuove missioni dell’ Esercito. Conseguentemente furono adeguati, insieme con i requisiti del personale istruttore e docente e avanzate metodiche didattiche, i programmi addestrativi di formazione e specializzazione per ciascun corso, con maggior impegno di personale, tempo e risorse, in termini tali che anche le Superiori Autorità si resero conto che l’ampio spettro di capacità possedute, da sempre, dall’Arma del Genio mal si concilia, in ogni tempo, con rimodulazioni del suo ordinamento in senso riduttivo.

L’ ultima riconfigurazione, nel  marzo 2007, fu su:

  • Comandante (Gen.B.);
  • Vice Comandante;
  • Capo di Stato Maggiore;
  • Reggimento Addestrativo (6);
  • Centro Addestramentro contro Ostacolo.

Al Comandante della Scuola del Genio era attribuita la custodia della Bandiera di Guerra e delle tradizioni storiche dell’Arma, la responsabilità nazionale per tutte le problematiche dottrinali, didattiche ed addestrative, per la standardizzazione e la interoperabilità, per la valutazione operativa delle unità. Inoltre Egli concorreva alla elaborazione degli studi per l’ammodernamento dell’Arma.

La Scuola è stata soppressa il 10 settembre 2010 con la costituzione del nuovo Comando Genio nella sede di Roma Cecchignola che ha assorbito anche il soppresso Comando Brigata Genio di Udine.  

 

Note

(1) panno, velluto o di pelliccia che orna la manica all’altezza del polso, caratteristico, per ampiezza e importanza, nella moda seicentesca.

(ritorna al testo)

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(2) Fino al maggio del 1915, prima della mobilitazione generale, l’Arma del Genio, presieduta da un Ispettorato Generale, era suddivisa in due reparti: Genio delle Costruzioni e Genio delle Truppe. Il Servizio delle Costruzioni era disimpegnato da 5 Comandi del Genio, 12 Direzioni, 11 Sottodirezioni, 8 Uffici per le Fortificazioni, 2 grandi Officine di Costruzione. Al servizio delle truppe erano preposti 2 Comandi d’Arma che inquadravano i vari Reggimenti del Genio: 1° Reggimento Genio zappatori con sede a Pavia; 2° Reggimento Genio zappatori con sede a Casale Monferrato 3° Reggimento Genio telegrafisiti con sede a Firenze 4° Reggimento Genio pontieri e lagunari con sede a Piacenza 5° Reggimento Genio minatori con sede a Torino 6° Reggimento Genio ferrovieri con sede a Torino Vi erano inoltre un Battaglione Specialisti ed uno di Aviatori. Il 20 luglio 1915 l’Ispettorato Generale diventa Comando Generale del Genio, alle dirette dipendenze del Comando Supremo dell’Esercito e con comandi ed ufficiali nelle Armate e Divisioni.
La forza dell’ Arma del Genio crebbe da poche migliaia di uomini, nel maggio 1915, a oltre 110 mila nell’ottobre del 2017 raggiungendo 1/9 della fanteria, fino ad oltrepassare le 170 mila unità combattenti (il 20% della fanteria combattente) nell’ultimo periodo del conflitto, ottobre-novembre 1918. In particolare le compagnie telegrafisti, passarono da 24 a 148, stendendo 100.000 km. di rete telegrafonica e impiegando 1.400 apparati telegrafici e 24.200 telefonici. Inoltre si arrivò oltre al normale impiego dei radiotelegrafisti anche al proficuo e decisivo impiego di intercettazione telefonica e R.T., all’ impiego di 9 compagnie lanciafiamme, 8 compagnie lagunari, 30 plotoni motoristi, 6 compagnie teleferisti, 16 compagnie ferrovieri, le 117 stazioni fotoelettriche, i 29 plotoni idrici, i reparti meccanici elettricisti, le sezioni mascheramento, i reparti Fotografici, le 65 colombaie con 9.000 colombi. Per completezza di informazione, è giusto citare inoltre il contributo di lavoro dato dalle Centurie di lavoratori, circa 1.200 con 110.000 lavoratori nell’ottobre del 1917, e 480 Centurie con 45.000 unità, oltre all’impiego medio di circa 100.000 “operai civili” per i lavori del Genio nelle immediate retrovie del fronte, anche per il recupero e la salvaguardia dei monumenti e le opere d’arte.
Alle Centurie furono affidate: opere di consolidamento, completamento e rettifica, finimento in seguito a frane, nuove costruzioni di strade e ponti, sgombero neve, linee Decauvilles, nuovo tronco ferroviario a scartamento ridotto, impianto ospedali a baracche, acquedotti, piazzole di artiglieria, baraccamenti, fognature, cimiteri, idranti per gli incendi, traverse di abitati; per complessivi 3.200 Km di strade, 1.200 Km di carrarecce, 1.000 km. di mulattiere, 380 rinforzi di ponti, 130 ponti di nuova costruzione per complessivi 4.000 metri, la maggior parte dei 530 nuovi acquedotti il recupero e la salvaguardia dei monumenti e le opere d’arte.
Inoltre i Lavori realizzati dalle Truppe Ausiliarie Italiane in Francia-TAIF(*) (costituite complessivamente da 60 Centurie) dal marzo al giugno 1918, furono: 1.950.000 mc di trincee e camminamenti, 56.000 mc di ricoveri, 3.250.000 mq di reticolati, 5.790.000 mq di terreni e campi d'aviazione, 549.000 mq di baraccamenti, 80.840 mq di infrastrutture ferroviarie, 101.240 m di binari, 5.980 m di nuove strade, 400.000 m di strade sistemate, 50.000 m di linee telegrafiche e telefoniche.
(*) La T.A.I.F. fu costituita nel 1918, aveva una forza 60.000 uomini al comando del Generale Giuseppe Tarditi ( Torino 21/04/1865- Roma 27 novembre 1942). La TAIF era costituita da quattro Raggruppamenti di 15.000 uomini ciascuno. Ogni Raggruppamento era costituito da cinque Nuclei, ogni Nucleo costituito da 3000 uomini, ovvero 10 compagnie, ogni compagnia da 3 centurie (100 uomini ogni Centuria).
Alcune specialità
Zappatori: con attrezzature atte allo scavo delle trincee ed al trasporto di materiale per la costruzione ed il rafforzamento di strade e posizioni avanzate in prima linea. Passarono dalle iniziali 43 compagnie del maggio 1915 a 236 nel novembre del 1918.
Telefoniche: installavano e mantenevano operative le linee telefoniche dei vari reparti di fanteria ed alpini. A fine guerra erano attive 57 compagnie.
Lanciafiamme: il primo reparto lanciafiamme entrò in azione il 20 aprile 1916, sul Carso. Constata l’efficacia ed il timore che tale arma incuteva, ne venne ampliata la dotazione in uomini e mezzi estendendone l’impiego in vari punti del fronte. Le squadre lanciafiamme dipendevano dai comandi delle Divisioni; alla vigilia della battaglia di Vittorio Veneto erano attive 9 compagnie.
Pompieri: fu costituita una sezione pompieri per ogni Armata, con materiale e uomini, divisi in squadre, con numero variabile a seconda delle condizioni del terreno delle operazioni. In totale si ebbero 6 sezioni.
Difesa antigas ed impiego del gas: furono anche affidate all’ Arma del Genio le esperienze sulla difesa ed impiego dei gas ed aggressivi chimici vari. Sul finire del 1916 si formò una Compagnia speciale X, con lo scopo di sperimentare le difese ai gas, istruire sulle stesse gli ufficiali al fronte, creare gli specialisti delle bonifiche per le zone contaminate. Sul finire della guerra furono costituite le “compagnie di lancio”, appositamente attrezzate per l’impiego dei gas in prima linea.
Telegrafisti: disimpegnavano compiti telegrafici e telefonici per le grandi unità, Corpi d’Armata e Armate; dalle 24 compagnie del 1914, si passò alle 139 del 1918, con in più 4 sezioni telegrafiche per la sola Cavalleria.
Radiotelegrafisti: allo scoppio della guerra vennero formate 9 sezioni radiotelegrafiche mobili su due stazioni, assegnate al Comando Supremo ed ai comandi delle Armate e delle divisioni di Cavalleria. Mentre dislocate sulla frontiera vi erano 12 stazioni radiotelegrafiche fisse, in totale erano operative 18 sezioni mobili e 12 fisse. Durante la guerra furono adottate anche stazioni mobili someggiate e portatili di bassa potenza, che svolsero anche compiti speciali di radiogoniometria.
Pontieri: il nostro esercito aveva mobilitate, nel 1915, 12 compagnie, che divennero ben presto 16 per lo sviluppo delle operazioni di attraversamento dell’Isonzo.
Il materiale era trasportato con traino misto animale ed automobile. Al momento della battaglia di Vittorio Veneto, erano operative 26 compagnie pontieri, raggruppate in 6 battaglioni.
Lagunari: in tempo di pace, erano alle armi 2 compagnie operanti per il trasporto delle truppe nella laguna di Venezia, durante il 1915 divennero 3 e disimpegnarono lavori fluviali sul Po, nella laguna di Marano, Grado, sui laghi Maggiore, Garda e Idro. Durante la guerra il numero dei lagunari crebbe sino a diventare operativo un Reggimento Lagunari.
Minatori: nel maggio del 1915 furono mobilitate 20 compagnie minatori. Il numero si dimostrò ben presto insufficiente per l’esteso sviluppo assunto dai lavori da mina sulla fronte montana, così che alle compagnie minatori vennero affiancate compagnie di zappatori, squadre di operai militarizzati e lavoratori borghesi. Nel 1918 erano operativi 9 battaglioni minatori con 30 compagnie, oltre a 23 compagnie autonome alle dipendenze dei grandi comandi.
Durante la guerra vennero poi create la specialità dei motoristi, quella dei teleferisti.(addetti alle teleferiche), si sviluppò il genio ferrovieri e i fotoelettricisti. Nacquero le sezioni mascheramento, il servizio dei colombi viaggiatori, i reparti Fotografici, plotoni Idrici e i reparti Meccanici Elettricisti.

(ritorna al testo)

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(3) Dopo il primo conflitto mondiale, sull'esperienza dei nostri Reparti d'Assalto e dei Sturmpionieer tedeschi venne presa in considerazione l'idea di costituire questa specialità. Il Comando Superiore del Genio, con lettera del 15 luglio 1940, delineò l’addestramento dei genieri “all’attacco ravvicinato delle opere di fortificazione permanente”. Il 29 luglio del 1940 a Campo dell'Oro, vicino a Civitavecchia, nacque la Scuola Guastatori del Genio, al comando del Col. Piero Steiner. Difatti in quella zona, presso le alture di Poggio Paradiso, ancor oggi ci si può imbattere con i resti di circa quaranta bunker, “palestra" per le prime compagnie guastatori. I bunker sono tutti identici composti da una parte coperta a cupola e un muro adiacente, la loro altezza è di 2,70 m e un'area di circa 4x2 m. Soltanto tre sono diversi, il primo è posto al centro del campo e serviva da caposaldo (la sua area è di circa 50 mq), gli altri due identici erano sui lati opposti con una forma a cupola ed erano utilizzati come osservatori durante le esercitazioni. Il 1° Corso iniziò il 10 agosto, terminando a metà settembre. La Scuola arrivò a poter ospitare quasi mille uomini. Successivamente si dette vita ad un secondo corso. In totale furono formate nove compagnie guastatori, ognuna con il proprio nome di “battaglia”. Il 14 gennaio 1941 le compagnie vennero inviate a Tripoli, seguendo le sorti dell’Armata italo-tedesca, per poi distinguersi nella battaglia di El Alamein. L'addestramento durava circa 6 settimane. I primi arrivati oltre a costituire il campo realizzando poligoni e baracche, dovettero letteralmente "inventarsi" l'addestramento. L'unica cosa certa é che l’addestramento era effettuato con munizioni, esplosivi e lanciafiamme veri! Il Colonnello Steiner voleva “persone che, al momento del pericolo, non mettessero in difficoltà, assaliti dalla paura, la squadra o il plotone”. Nel 1941, successivamente, a Tarquinia fu costituito l'8° battaglione paracadutisti da utilizzare come unità di fanteria. Il battaglione era composto da tre compagnie fucilieri: 21°, 22° e 23°. Nel 1942, completato il ciclo di addestramento per l'aviolancio, l’unità venne trasferita a Civitavecchia, dove assunse il nome di Guastatori della Fanteria. Il battaglione raggiunse l'Africa Settentrionale nel luglio del 1942 nel settore di El Alamein dove si unì al VII battaglione del 186° reggimento per un totale di 5912 uomini. Nello storico scontro di El Alamein, il battaglione pur mettendo in atto un’assidua resistenza e determinazione, fu decimato. In Libia nel 1942 i sopravvissuti andarono a formare il 285° Battaglione "Folgore".

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(4) Circa sedici mesi dopo quel primo di marzo, venne effettuata la prima cerimonia di rilievo in occasione della Festa dell'Arma del Genio. Nel 1951 la cerimonia non si effettuò il 24 giugno, in quanto domenica, ma alla vigilia della ricorrenza dei SS. Patroni, San Pietro e Paolo, un giovedì. La cronaca di quel tempo recitava: "duemila anni di storia sono stati celebrati dai genieri ... Ovunque sono state esaltate con calde parole le gesta di innumerevoli eroi che punteggiano di pietre miliari la difficile via della gloria".  Il pubblico delle grandi occasioni accorse in quella splendida giornata d'inizio estate, alla vera inaugurazione della "fucina di sapere ed ardire degli Ufficiali di complemento, di volontari specializzati d'Arma e di battaglioni speciali e moderni Pionieri d'Arresto". Intervennero per l'occasione il Capo di Stato Maggiore della Difesa Gen. Marras, oltre ai Generali Boncompagni, Pizzorno, Scattini, Babini, Silvestri, l'Ammiraglio Marini, e numerose altre autorità, tra cui l'ex Comandante della 10^ Cp. zappatori, Gen. C.A. (ris.) Azzariti. Dopo la rassegna dei reparti in armi della Scuola, impeccabilmente schierati al comando del Col.D'Amico, Comandante dell'Istituto, ebbe inizio la cerimonia, con un breve discorso celebrativo per introdurre le gesta compiute dai Genieri della 1^ Guerra Mondiale, propedeutico alla seconda inaugurazione del gruppo statuario (la 1^ avvenne a Pavia). Lo scoprimento del monumento avvenne in maniera inusuale: difatti il Gen. Marras dalle tribune, mediante un circuito teleruttivo, provocò l'accensione dello speciale schermo che ammantava il gruppo (statuario) trasformandolo in un immenso rogo le cui fiamme, progredendo verso il basso "scoprono, man mano, le figure che sembrano, perciò, irrompere in atteggiamento di suprema sfida al nemico, e aprire con i loro petti la breccia da cui fluiranno poi i reparti d'assalto". Seguì, quindi, un'appassionante rievocazione del glorioso passato dell'Arma del Genio, con il passaggio ideale della fiaccola della fede e della gloria, dal -fossor- di Giulio Cesare, percorrendo le varie epoche con i genieri d'Italia, fino a giungere al nuovo pioniere dell'Esercito Italiano, il tutto con commento storico e musica appropriata, conferendo alle scene grandiosa solennità. Le parole del commento, così profonde e significative, mossero i -fossores-, i guastatori legionari, riuniti in centurie, verso i pionieri moderni: "E' questo un grave ammonimento, i guastatori legionari di oltre duemila anni che l'arte della guerra conoscevano, si sono compiaciuti nelle mani dei giovani la loro ricchezza di gloria. Fodientes luto inquinare debere, qui madere hostium sanguine voluisse (chi di sangue lordarsi vuole, si sporchi prima le mani di terra) Così ammonì Scipione l'Africano a Numanzia." - "Le figure poi, sempre in atmosfera velata, muovono lente ed eteree come ombre. Sembra che con il loro maestoso andare sfoglino le pagine della storia. "Lo scoprimento, come la rievocazione, furono realizzati grazie ad una brillante regia del Ten.Col. Di Benedetto. Così in brevissimo tempo, correndo in avanti nel tempo, si passò dal già citato tempo di Giulio Cesare (133 A.C.), ai minatori di Pietro Micca del 1697, agli ingegneri militari di Carlo Emanuele I del 1752, agli zappatori pompieri del 1812 del regno italico, al genio militare del 1848, ai genieri del 1863, al genio coloniale del 1896, al geniere della prima guerra mondiale, a quello del 1940...all’odierno del 1951. E l'allegoria fu chiusa con il motto "Avanti è la Vita", l'ammonimento inciso sul basamento al gruppo statuario. La cerimonia fu chiusa, con lo sfilamento impeccabile dei reparti in armi e dei mezzi della Scuola Pionieri e di quella Collegamenti riuniti per l'occasione. Dopo la cerimonia, il Capo di SMD ebbe modo di prendere atto dei nuovi complessi addestrativi e ricreativi, già all'avanguardia per quei tempi, ispirati ad un concetto di assoluta praticità e concretezza, come alcune aule a gradinate (ancora oggi in essere aule A1 e A2). Praticità e concretezza, sono prerogative imprescindibili per noi Genieri, anche oggi nel XXI secolo. (Il filmato è riportato di seguito).

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(5) 13 febbraio 1861, fu il termine dell'assedio di Gaeta (dal 9 novembre 1860), che registrò l'impiego massiccio ed articolato delle unità del Genio senza precedenti: parteciparono 13 compagnie zappatori che realizzarono, fra l’altro, 22 chilometri di nuove strade con l’ ausilio di esplosivi, circa 1000 metri di trincee di assedio, ponti, batterie e difese accessorie. Quella data venne assunta quale ricorrenza celebrativa per l'Arma del Genio, fino alla fine del Primo Conflitto Mondiale.
Come si arriverà al 24 giugno.
Dopo la Grande Guerra, per opportune ragioni, tanto più che quella guerra aveva offerto tanti altri mirabili esempi di coraggio e di eroismo, fu individuata la data del 28 ottobre,in memoria delle gesta compiute da tutti i reparti dell'Arma nella battaglia che condusse alla Vittoria. Ma quella data, pur essendo molto significativa, coincideva con la "Marcia su Roma", limitando di fatto la possibilità di dare il necessario e doveroso risalto alle manifestazioni dell'Arma del Genio. Pertanto con Regio Decreto in data 29 maggio 1933, veniva disposto che in luogo del 28 ottobre, l'Arma del Genio commemorasse come "data anniversaria" di fatti d'arme, il 24 giugno 1918, l'ultimo giorno della battaglia del Piave, che segnò il primo e decisivo passo verso la Vittoria finale e che ricorda l'efficace concorso di opere e di eroismi dato a tutte le Armi dell'Esercito dalle varie Specialità del Genio durante quell'epica battaglia. A preludio della commemorazione della data anniversaria, una ventina di giorni dopo dalla pubblicazione del decreto, fu effettuata la I Adunata A.N.A.G. a Roma, il 18 e 19 giugno del 1933.

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(6) Il Reggimento Addestrativo della Scuola del Genio, si costituisce, nell’ambito della rimodulazione degli organici delle Scuole di Specializzazione effettuata alla fine dell’anno 2005 dallo Stato Maggiore dell’Esercito, il 2 marzo del 2007. Detti organici, si “ispiravano” alla caratterizzazione dell’Arma, a livello Reggimento Addestrativo, articolato, essenzialmente, su un Battaglione Addestrativo (in origine su quattro compagnie, oltre la compagnia AM/AS) e un Dipartimento Didattico (su un Dipartimento Supporto al Combattimento, un Dipartimento Supporto allo Schieramento e un Dipartimento Infrastrutturale). Quest'ultimo annoverava tra le sue componenti tutte le cattedre (ad eccezione di quelle in “seno” alla “nicchia di eccellenza” del C.E.A.C. – Centro Addestramento Contro Ostacolo, oggi Centro di Eccellenza C-IED), con la conseguente scomparsa, rispetto al vecchio organico del 1997, del Reparto Addestrativo. Nei primi quattro anni di vita, quando il Reggimento era a ranghi quasi completi, sono stati effettuati n. 181 corsi di formazione e di qualificazione, con un totale complessivo di 2697 frequentatori, senza tener conto dei corsi organizzati dal C.E.A.C..

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Gen. B. (ris) Luigi Infussi
➣ Attività della Scuola del Genio nel 1955.

 

 

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